lunedì 30 novembre 2009

INCENDIO AL MUNICIPIO.


Stamattina alle ore 08,00 un principio di incendio si è verificato al Municipio di Palagonia.
Gli impiegati si sono accorti di una nube di fumo che arrivava negli uffici.
Sono subito intervenuti gli addetti ai lavori ed i carabinieri della locale stazione.
Vi aggiorneremo su eventuali novità

sabato 28 novembre 2009

PALAGONIA: un nuovo "avvertimento" al Sindaco



Dopo l'intimidazione di luglio, quando furono tagliati 35 alberi, incendiati gli arredi della casa di campagna.

Resta nel mirino il Sindaco di Palagonia Francesco Calanducci. Ignoti hanno danneggiato la sua casa di campagna, incendiando i suppellettili e gli arredi di alcune stanze.

Già lo scorso luglio nel terreno attiguo alla stessa abitazione Calanducci trovò 35 piante di agrumi tagliati.

Anche questa volta non vi sarebbero dubbi sulla matrice dolosa dell'incendio: i piromani hanno forzato la porta principale dell'immobile, appiccando il fuoco a materiali in plastica, tessuti e carte


Le fiamme si sarebbero rapidamente propagate a seguito dell'utilizzo di liquidi infiammabili.

(fonte "La Sicilia" del 28 novembre 2009).

venerdì 27 novembre 2009

BRUCIATA CASA IN CAMPAGNA


Atto intimidatorio ai danni di un amministratore di PALAGONIA.

Apprendiamo da tantissime voci che circolano in paese che la casa di campagna di un amministratore comunale sarebbe stata oggetto dell'attenzione di piromani.

Se queste voci, che si rincorrono freneticamente, dovessero essere confermate potremmo dire, senza alcuna smentita, che il livello di intolleranza politica in questo paese ha ormai raggiunto livelli che oltrepassano ogni limite.
VI AGGIORNEREMO AL PIU'PRESTO.

martedì 24 novembre 2009

PALAGONIA: RITORNANO LE LETTERE ANONIME




Era un pò di tempo che non si sentiva più parlare di quella "COSTANTE" che ha caratterizzato la vita della politica locale negli anni 60/90: le lettere anonime.

ORA SONO TORNATE! Da qualche giorno circola in paese una lettera, firmata "abitanti di Palagonia" protocollo n° 0023320 del 19/11/2009, che chiama in causa alcuni consiglieri comunali sostenitori dell'attuale sindaco.

Le accuse mosse nella missiva sono di assoluta gravità: evidenziano conflitti di interesse ed abusi vari. E' auspicabile quindi un'indagine della Procura, cui la stessa missiva è indirizzata per conoscenza, affinchè siano fugati tutti i dubbi e venga ripristinato un clima di fiducia verso le istituzioni.

Quello delle lettere anonime è un vizietto che tanti politici, o presunti tali, non avendo il coraggio di affrontare un vero dibattito politico di idee nell'interesse della città, hanno utilizzato negli anni passati per attaccare gli avversari o i cittadini, talvolta ignari.

Pensiamo che questo modo di porsi in politica, utilizzando cioè le lettere anonime, sia da condannare a prescindere dal fatto che i casi descritti siano o meno veritieri.

In un paese democratico e civile il confronto politico dovrebbe avvenire alla luce del sole e senza che nessuno nasconda le proprie idee.

Evidentemente a Palagonia si continua a vivere nello stesso modo di 40 anni fa e con un sistema ormai collaudato: farina al vento e lettere anonime per contrastare chi non la pensa come noi.

La nostra speranza è che si metta fine alla stagione, ormai atavica, di odio fra le parti e si cominci, ognuno dando il proprio contributo, a lavorare ed a confrontarsi sulle cose da fare per il nostro martoriato paese.

domenica 22 novembre 2009

IL LEGHISTA "LOMBARDO" PERDE IL PELO MA NON IL VIZIO




Il sole in casa Lombardo
di Marco Guzzetti.L'istituto controllato dalla Regione finanzia l'impianto della moglie del governatore. Ben 5 milioni e 600 mil
a euro di fondi. Storia di un affare di famiglia

Raffaele Lombardo è un piccolo conflitto di interessi alla luce del sole, è il progetto di finanziamento per un impianto fotovoltaico, approvato dal consiglio di amministrazione dell'Irfis, l'istituto di mediocredito siciliano, a favore dell'impresa agricola di Saveria Grosso, la moglie del presidente Raffaele Lombardo. Il progetto vale oltre 5 milioni e 600 mila euro. La somma sarà coperta in gran parte dalla banca di investimenti, il cui pacchetto di maggioranza è sotto l'egida di Unicredit con la regione Sicilia nelle vesti di socio minoritario. Proprio per questa partecipazione, l'Irfis è sottoposto al controllo e alla vigilanza da parte dell'amministrazione guidata da Lombardo.La pratica della first lady siciliana è stata varata in tempi record: presentata ad aprile del 2008, ha avuto l'ok in soli due mesi.Leggendo il documento si intuisce che i funzionari hanno subito il fascino sottile del potere, tanto che nel descrivere le attività della signora Grosso si sfiora il sublime: «Titolare dell'omonima aziendale agricola che opera dal 1999 nell'ambito delle colture agrumicole, esercita, inoltre, attività consulenziali nell'ambito dell'intermediazione finanziaria. Essa è coniugata con l'onorevole Raffaele Lombardo, presidente della Regione Sicilia». Una proposta, dunque, che l'Irfis non poteva rifiutare.Il programma di spesa prevede la realizzazione nella tenuta di Ramacca, in provincia di Catania, di un impianto integrato per la produzione di energia solare, per una potenza pari a 992 kwh, su una serra di 20 mila metri quadri. L'Irfis sarà la capofila di un pool di banche che copriranno con quasi 3 milioni, il 50 per cento del costo. Ma come farà la first lady a restituire il credito? Anche qui entrano in scena gli incentivi. Il piano economico lo spiega chiaramente. L'impianto - che sarà realizzato da Spes engineering, affiliata della rete franchising di Enel.si - verrà gestito da un "Spv", società veicolo previste dalla legge sul "conto energia". All'impresa agricola della Grosso toccheranno incentivi pari a 0,431 euro per ogni kwh prodotto. La stima è di oltre 1 milione e mezzo di kwh annui che faranno incassare alla Spv della famiglia Lombardo oltre 730 mila euro l'anno. Un bel business. Che l'Irfis ha condiviso con entusiasmo. Anche perché l'istituto è al centro di un delicata partita che vede il governo Lombardo contrapposto a Unicredit, nel controllo del pacchetto di maggioranza. Lo scenario vede la Sicilia pronta a cedere lo 0,5 per cento delle azioni detenute in Unicredit, in cambio del 76 per cento dell'Irfis, controllato da piazza Cordusio attraverso il Banco di Sicilia. Il sogno autonomista è utilizzare la licenza bancaria dell'Istituto per creare una banca siciliani.
L'Irfis è una preda ambita: anche la Popolare di Vicenza, presente in Sicilia con il marchio Bancanuova, ha tentato la scalata. Vista di buon occhio dal governo regionale, la proposta del gruppo bancario che fa riferimento a Zonin è stata stoppata dal no di Bankitalia. Tracce di Bancanuova si trovano anche nel progetto di finanziamento che la signora Grosso in Lombardo ha presentato all'Irfis. "Le attività consulenziali" citate nel documento si riferirebbero all'incarico di pr che la first lady sicula ha svolto per Bancanuova, generando un reddito imponibile di circa 200 mila euro l'anno. Secondo conflitto di interessi sfiorato: Bancanuova svolge il servizio di tesoreria per l'assemblea siciliana e gestisce alcuni fondi di rotazione dell'amministrazione regionale per oltre 50 milioni l'anno. A quanto risulta a "L'espresso", però la signora Grosso ha di recente rinunciato a questo incarico.
(19 novembre 2009)fonte l'espresso.

sabato 21 novembre 2009

ACQUA, ALLARME INQUINAMENTO A PALAGONIA.

PALAGONIA: riscontrata la presenza di coliformi nella fontanella di via Garibaldi.

Sarebbe in corso a Palagonia un inquinamento delle acque potabili.Lo ha reso noto L'unità operativa di Igiene pubblica dell'Azienda sanitaria provinciale 3 di Catania, che ha preso atto dei primi risultati, diffusi dal responsabile di un laboratorio etneo, conseguenti all'analisi di un campione del prezioso liquido prelevato martedi.

Sotto la lente dei sanitari è finita la fontanella di via Garibaldi, dove numerosi cittadini prendono l'acqua. La presenza di alcuni coliformi rappresenta, si sostiene in una nota dell'Asp, un indice di inquinamento.

Si invitano le autorità locali ad adottare,pertanto, gli opportuni provvedimenti di competenza, informando tempestivamente la popolazione.

A seguito del comunicato, ieri mattina, il sindaco CALANDUCCI ha immediatamente emesso un'ordinanza con la quale è stato disposto il divieto assoluto di utilizzo diretto dell'acqua per fini potabili. Il consumo del liquido sarà ammesso, comunque, dopo una preventiva e regolare operazione di bollitura."Ai palagonesi, si afferma in un comunicato stampa dell'ente, si chiede la massima collaborazione, al fine di utilizzare correttamente il servizio idrico e di salvaguardare la salute."

Secondo le prime ipotesi, l'inquinamento potrebbe essere legato all'insufficiente presenza di cloro nelle vasche dio raccolta e nella condotta idrica.

Altre verifiche capillari sono state avviate agli impianti di distribuzione del liquido e all'acquedotto.

fonte "La sicilia" del 21 novembre 2009 a firma L.G.

martedì 17 novembre 2009

Parlano gli "EROI" della catturandi di Palermo.

Da mesi non ci sono soldi per le missioni fuori sede dei ragazzi della Catturandi che arrestarono anche Lo Piccolo e Provenzano. "Ci autotassiamo"
Raccuglia, il sacrificio degli agenti le spese antipate di tasca propria.
di SALVO PALAZZOLO



L'arresto di Mimmo Raccuglia
PALERMO - "Per favore, non chiamateci eroi perché arrestiamo i boss latitanti", sussurra uno dei ragazzi della Catturandi mentre si sfila il mefisto che domenica hanno visto le televisioni di mezzo mondo. "Questo è il nostro lavoro. Piuttosto, chiamateci eroi perché siamo dei dipendenti statali che pagano di tasca propria per lavorare al meglio". Da mesi, non ci sono soldi per le missioni fuori sede dei poliziotti più famosi d'Italia, quelli che hanno arrestato Raccuglia, e prima di lui Lo Piccolo e Provenzano. Le indagini per la cattura di Mimmo Raccuglia sono state un vero e proprio slalom per i poliziotti della squadra Catturandi della Mobile palermitana. E non solo perché il padrino di Altofonte sembrava imprendibile, tra fidati postini, favoreggiatori e insospettabili complici. "I tagli al comparto sicurezza sono stati il peggiore ostacolo che i poliziotti hanno dovuto fronteggiare in questi mesi", dice Franco Billitteri, segretario provinciale del sindacato di polizia Siap. I rimborsi per le missioni fuori città sono ormai bloccati da mesi, gli straordinari vengono pesantemente decurtati e i rimborsi per i pasti durante le missioni arrivano con nove mesi di ritardo. "In realtà, i tagli hanno determinato un effetto paradossale - sostiene Billitteri - le indagini antimafia sono proseguite con i risultati di sempre, grazie agli operai che lavorano nel cantiere dell'antimafia. L'operaio, però, non ci mette soltanto passione, anche i suoi soldi". In questi mesi di indagini senza sosta fra Palermo e Trapani, passando per gli appostamenti nei luoghi più impensabili, persino in montagna, gli imprevisti non sono mancati. "Anche in questo caso, imprevisti non di mafia, ma di antimafia", dice ironicamente Nicolò Caronia, anche lui componente della segreteria del Siap. Qualche esempio. La Catturandi si è ritrovata nel giro di poco tempo solo con due auto civetta: tutti i mezzi necessari sono stati allora noleggiati dal Servizio centrale operativo.

Tempo fa, poi, è accaduto davvero l'imprevedibile nella storica palazzina che ospita la squadra mobile di Palermo: si è rotta la colonna di scarico dei servizi, ci volevano 4.500 euro per le riparazioni, ma i soldi non erano immediatamente disponibili. Per un mese, tutti i poliziotti in servizio alla Mobile sono dovuti uscire dall'ufficio e andare in questura per trovare un servizio igienico. "A questi e tanti altri imprevisti quotidiani, i vertici della Mobile e della questura hanno risposto con prontezza e soprattutto con tanta fantasia - dice Caronia - alla fine i soldi per le riparazioni si sono trovati. Ma quanta fatica". Sostiene Billitteri, che è anche uno degli investigatori della squadra mobile: "Siamo d'accordo con il ministro Brunetta quando parla di produttività ed eccellenza, ma francamente non capiamo perché ai dipendenti di uno degli uffici più efficienti d'Italia sia stata pagata solo la metà della voce produttività del 2008". I ragazzi e le ragazze della Catturandi hanno aspettato due anni per vedere in busta paga gli straordinari fatti sulle montagne di Corleone a caccia di Provenzano. E altri due anni hanno atteso gli straordinari dopo l'arresto di Lo Piccolo: "Ma è arrivato soltanto il 50 per cento di quanto dovuto", denuncia il Siap. La lotta alla mafia prosegue nel fortino della squadra mobile di Palermo. Gli investigatori stanno anticipando i soldi per un'altra missione importante, a Trapani, per l'arresto del superlatitante Messina Denaro. "Davvero curioso - dice il sindacalista Billitteri - la sezione Criminalità organizzata ha competenza interprovinciale, ma non dispone di fondi per le missioni fuori Palermo". I ragazzi che hanno arrestato Raccuglia, quelli che domenica sera hanno esultato davanti alla Mobile, hanno fatto nell'ultimo mese 100 ore di straordinario. "È stato un mese massacrante - racconta Caronia - ma i poliziotti sanno già che nonostante i complimenti di tutti i politici verranno riconosciute ad ognuno di loro solo 55 ore di straordinario. E ne verranno pagate solo 36".

(17 novembre 2009 "La Repubblica.it")

domenica 15 novembre 2009

DURO COLPO ALLA MAFIA SICILIANA

Mafia, arrestato boss Raccuglia
uno degli eredi di Provenzano

di Salvo Palazzolo
Era latitante da quindici anni. Domenico, “Mimmo”, Raccuglia era uno degli eredi di Bernardo Provenzano, uno dei componenti del nuovo gotha della mafia siciliana. E’ stato arrestato oggi pomeriggio, poco dopo le 17,30, dai poliziotti della sezione Catturandi della squadra mobile di Palermo e dai colleghi del Servizio centrale operativo. Si nascondeva in una palazzina del centro storico di Calatafimi (provincia di Trapani) che si trova in via Cabbasino.

Da una quindicina di giorni gli investigatori erano sulle tracce del latitante: oggi pomeriggio, di concerto con i magistrati della Direzione disttrettuale antimafia di Palermo, è stata decisa l’i rruzione. Raccuglia, che era armato con due pistole, ha tentato una fuga sui tetti, ma è stato bloccato poco dopo.

Nel suo covo sono stati trovati documenti e pizzini, adesso al vaglio del pool coordinato dal procuratore aggiunto Antonio Ingroia, che ha curato le indagini assieme ai sostituti Roberta Buzzolani e Francesco Del Bene.

“Abbiamo fermato un capomafia in piena operatività”, dice il pm Buzzolani. “Raccuglia, che ha 43 anni, era cresciuto all’ombra di padrini di rilievo come Giovanni Brusca, con loro aveva compiuto efferati crimini, come l’assassinio del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio del pentito Mario Santo. Oggi, forte di quella esperienza, Raccuglia era uno dei protagonisti della riorganizzazione mafiosa”.

Probabilmente, non era un caso che Raccuglia si nascondesse in provincia di Trapani. I magistrati sospettato un’alleanza forte con il superlatitante Matteo Messina Denaro, ritenuto ormai al vertice di Cosa nostra siciliana.

Raccuglia deve scontare tre ergastoli. Da Altofonte, il centro della provincia palermitana dove ha vissuto prima della latitanza, aveva esteso il suo potere in tutto il territorio della provincia, questo dicono le indagini. Fra i suoi affari, la gestione delle estorsioni e degli appalti “aggiustati”.

(15 novembre 2009) fonte: "La Repubblica" di Palermo

giovedì 12 novembre 2009

Palagonia, per gli alloggi popolari occupati riserva del giudice.



PALAGONIA. Il sindaco: "Immobili da sgomberare, pericoli per la salute pubblica e privata".

Si è conclusa con una riserva di emissione di ordinanza, a Grammichele, davanti alla sezione distaccata del tribunale di Caltagirone, la querelle giudiziaria sull'occupazione abusiva di 12 alloggi popolari in una zona di espansione edilizia a Palagonia.

Il sindaco Calanducci, ha ribadito l'opportunità di una esecuzione immediata dell'ordinanza di sgombero degli appartamenti, ricorrendo agli agenti di Polizia Municipale e alle forze dell'ordine: "I locali non sono nè abitabili nè agibili. Nell'immobile, in cui non è stata sistemata l'area esterna, mancano le ringhiere di protezione dei balconi. Sono precarie le condizioni di sicurezza. Non sono funzionali, inoltre, gli allacci per gli approvvigionamenti idrici ed elettrici".

Secondo l'amministrazione comunale, che ha lamentato la prolungata paralisi dei lavori di completamento dell'immobile, sussiste pure "un grave pericolo per la salute pubblica e privata degli occupanti.

Deve essere preliminarmente eseguito, infine, il collaudo amministrativo e tecnico di tutte le opere".

(fonte "la Sicilia" del 11 novembre 2009 art. di Lucio Gambera.)

mercoledì 11 novembre 2009

Dpef,Raffaele LOMBARDO,governatore della Sicilia,bocciato all'ARS


Politica

Dpef, Lombardo bocciato L'Ars ha approvato un ordine del giorno presentato dal Pd contro il documento di programmazione economica e finanziaria del governo regionale. I lealisti del Pdl e l'Udc hanno votato con l'opposizione.


PALERMO - L'Assemblea regionale siciliana ha approvato un ordine del giorno presentato dal Pd che boccia il Dpef del governo. In precedenza l'aula aveva bocciato (41 no e 28 sì) il provvedimento di sostegno al Documento di programmazione economica e finanziaria presentato da Mpa e Sicilia. Quest'ultimo è il gruppo nato dalla divisione del Pdl, che fa capo all'area del sottosegretario Gianfranco Miccichè.Intervenendo per presentare il proprio ordine del giorno, il capogruppo del Partito democratico ha detto: "Saluto gli ex assessori del secondo governo Lombardo, nato nelle stanze di palazzo Grazioli".I cosiddetti lealisti del Pdl e l'Udc hanno votato l'ordine del giorno del Pd, come aveva annunciato il presidente dei parlamentari del Popolo della libertà, Innocenzo Leontini.All'Ars, dove da tempo la maggioranza è spaccata sul sostegno al governo di Raffaele Lombardo (Mpa), il Pd conta 29 deputati, 19 il Pdl e 12 l'Udc su un numero complessivo di 90.I lavori sono stati chiusi e rinviati a martedì prossimo. Oggi l'aula avrebbe anche dovuto esaminare il consuntivo 2008 e l'assestamento di bilancio dell'anno in corso.
11/11/2009
(fonte "La Sicilia"web)

lunedì 9 novembre 2009

ALTRO CHE SPAZZATURA!!!!! E IL PDL DICHIARA "FRATERNA SOLIDARIETA'."


Camorra, chiesta "misura cautelare" per Cosentino (PDL), sottosegretario all'economia.

Sta per essere inoltrata alla Camera la richiesta di autorizzazione per l'esecuzione di una misura cautelare nei confronti di Nicola Cosentino, sottosegretario all'Economia e coordinatore regionale del Pdl. Non è chiaro al momento se è stato chiesto l'arresto o gli arresti domiciliari o una misura cautelare alternativa. La notizia viene dagli ambienti giudiziari, anche se i magistrati titolari dell'inchiesta si sono rifiutati tutti di confermare l'indiscrezione. Cosentino risulta indagato per presunti contatti con il clan dei Casalesi nell'ambito di un procedimento scaturito dalle rivelazioni di alcuni collaboratori di giustizia. Il nome di Cosentino è anche dato in corsa per la poltrona di presidente della Regione Campania.La misura cautelare sarebbe stata emessa dal gip Raffaele Piccirillo, su richiesta dei pm Alessandro Milita e Giuseppe Narducci. Da indiscrezioni, i magistrati ipotizzerebbero a carico di Cosentino un concorso esterno in associazione camorristica. Trattandosi di un deputato, il gip - come stabilisce la legge - ha disposto la notifica dell'ordinanza al Presidente della Camera, con richiesta di autorizzazione all'esecuzione del provvedimento. La documentazione sarà poi inviata alla giunta per le autorizzazioni a procedere di Montecitorio, che dovrà formulare una proposta per l'Aula. La posizione di altri indagati coinvolti nello stesso procedimento, sui quali pendono richieste di misure cautelari, sarebbe stata stralciata.«Alla Presidenza della Camera non risulta pervenuta, allo stato, alcuna richiesta dall' autorità giudiziaria». È quanto afferma, riferendosi al caso Cosentino, Fabrizio Alfano, portavoce del presidente della Camera. Il Pdl campano «non consentirà la strumentalizzazione politica dell'iniziativa intrapresa dalla magistratura». Lo sottolinea in una nota il Popolo della Libertà della Campania, che esprime anche «fraterna solidarietà» al sottosegretario all'Economia Nicola Cosentino, "nella convinzione che presto si dimostrerà la sua assoluta estraneità rispetto alle ipotesi di reato che gli sono contestate."

sabato 7 novembre 2009

Il congresso del PARTITO DEMOCRATICO


Pd, il giorno di Pier Luigi Bersani. Rosy Bindi eletta presidente del Partito.

È stato il giorno di Pier Luigi Bersani. Davanti alla platea dei delegati eletti alle ultime primarie, l'Assemblea nazionale del Partito Democratico, l'ex ministro è stato ufficialmente eletto nuovo segretario e si è rivolto al paese e al partito con un discorso denso di proposte, dalla crisi economica alle riforme istituzionali. «Ho detto più volte», ha esordito Bersani, «che non credo al partito di un uomo solo, ma a un collettivo di protagonisti. So bene che questo collettivo deve avere forme contemporanee, e rinunciarvi sarebbe regredire. Mi rivolgo a voi non come ci si rivolge a una folla ma come ci si rivolge al gruppo dirigente di un partito, corresponsabile di questa avventura. Per preparare l'alternativa». "Per l'alternativa", infatti, è proprio lo slogan che campeggia nel padiglione 13 della Fiera di Roma, teatro di questo atteso primo atto del nuovo segretario. Un alternativa che passa dal ripudio del leaderismo e dalla costruzione di un partito vero. «Noi siamo orgogliosi di sentirci costruttori di un partito. Costruendo un partito realizziamo la Costituzione, che parla di partiti e non parla di popoli. Esiste un'altra modernità, alternativa alla deformazione plebiscitaria della nostra democrazia. Una modernità che può venire dal rafforzamento e dalla riforma del sistema parlamentare, da una legge elettorale che riconsegna ai cittadini la scelta dei parlamentari». Una riforma in attesa della quale, ha precisato poi Bersani nelle sue conclusioni, «meglio fare le primarie per scegliere le posizioni nelle liste per il parlamento». Il neosegretario ha tenuto una relazione solida e accurata, fondata sull'analisi dei problemi che investono il paese, proponendo «un'assemblea di mille amministratori del Pd, aperta ad amministratori di ogni orientamento, per denunciare il federalismo delle chiacchiere e parlare di federalismo dei fatti. Non si pensi, a cominciare dalla Lega, di poter raccontare delle favole mentre noi stiamo zitti». Secco col governo - «dialogo no, confronto sì, ma solo in parlamento e non sugli affari del premier» - e fiducioso sulle possibilità di D'Alema di diventare ministro degli esteri dell'Unione Europea - «ne saremmo orgogliosi» - Bersani ha proposto, tra le altre cose, un sistema di quote per valorizzare la presenza femminile in politica. «Noi non tolleriamo la posizione discriminata delle donne. Vogliamo guidare un forte movimento di opinione che chieda una soluzione transitoria di quote, perché la discriminazione più forte è quella chie tiene le donne fuori dai centri decisionali».Il punto centrale del suo intervento, Bersani lo dedica al progetto del nuovo partito, sgombrando il campo da dubbi e dalle tentazioni "nostalgiche" che i suoi avversari gli avevano attribuito durante la campagna congressuale. «Dobbiamo costruire il partito che abbiamo promesso ai cittadini e ai militanti. Nessuna nostalgia deve imprigionarci o trattenerci, dobbiamo sentire la necessità del nuovo da costruire. Ci rivolgiamo a tutto il centrosinistra, senza trattino, nella legittima ambizione di farci più forti. Liberiamoci da parole vecchie e passate, la nostra proposta politica non è una coperta da tirare al centro o a sinistra. Quel che conta è il progetto, l'idea di paese. Al di fuori di questa ambizione non si è più di centro o più di sinistra, si è un partito piccolo condannato nei nostri confini». Anche per questo, ha poi precisato Bersani nel corso delle sue conclusioni, «il Pd è coperto sia a sinistra che al centro». Un passaggio particolarmente apprezzato che ha trascinato gli applausi fino alla fine della relazione - «Un partito giovane ci chiede di essere giovani nel cuore» - accolta da una standing ovation.È stato anche il giorno dell'elezione dei nuovi organismi, dal vicesegretario Enrico Letta ai 120 componenti della direzione nazionale. Dalla presidente del partito, Rosy Bindi, ai vicepresidenti Ivan Scalfarotto e Marina Sereni. Durante la fase riservata agli interventi liberi, sia Dario Franceschini che Ignazio Marino hanno dato al neosegretario la loro disponibilità a lavorare insieme. Marino si è detto «molto soddisfatto del discorso di Bersani», al quale ha messo «a disposizione le nostre forze», perchè ora «ci faccia vincere». Stesso concetto ribadito, seppure con qualche sorriso in meno, da Dario Franceschini: «Abbiamo la responsabilità di sostenere lealmente chi ha la responsabilità di guidare il partito: noi, Pier Luigi, faremo così». È la conclusione di una campagna congressuale nazionale durata praticamente quattro mesi, che ha visto il Pd discutere di sé e del paese, con sé e col paese. Non è un caso, dicevano molti delegati in sala, che i sondaggi ultimamente diano il Pd vicino alla soglia del 30 per cento. «Non dobbiamo fermarci qui», sospira una delegata lasciando la sala. Un pensiero che sicuramente mette d'accordo tutti.

venerdì 6 novembre 2009

PALERMO batte NAPOLI


Cresce la rivolta degli spazzini. E' emergenza davanti agli ospedali.
Cumuli d'immondizia anche vicino alle scuole. I turisti fotografano i rifiuti

Palermo. L'emergenza immondizia non risparmia le scuole né gli ospedali. Cumuli di rifiuti da una settimana fanno bella mostra davanti asili, elementari e medie ma anche dinanzi alle strutture sanitarie della città. Colpa del servizio di raccolta dell'Amia che non funziona più da tempo - l'azienda è in crisi ed è sotto inchiesta della magistratura penale e contabile - e colpa dell'ammutinamento degli operatori che si occupano di spazzare le strade. L'Amia ha lanciato loro l'ultimatum: l'azienda è pronta a rescindere il contratto.Anche stanotte in numerosi quartieri i rifiuti sono stati dati alle fiamme dai residenti che in questo modo protestano contro i disservizi. E pure i turisti sembrano ormai appassionarsi al problema: nei vicoli del centro storico, gruppi di tedeschi e francesi stamattina si sono soffermati a fotografare non solo i monumenti ma anche le montagne di sacchetti abbandonati e ormai in avanzato stato di putrefazione. Sono le stesse scene già viste a Napoli.Intanto la tensione cresce tra gli stessi operatori ecologici: lunedì notte alcuni lavoratori di Essemme, la società satellite dell'Amia che si occupa di spazzare le strade, hanno organizzato un sit-in per protestare contro il mancato pagamento degli stipendi di ottobre. Alla manifestazione non autorizzata speravano che partecipassero pure i colleghi dell'Amia. Ma non ottenendo quanto auspicato, hanno scatenato la guerriglia aggredendo gli operatori in servizio sui camion. Cinque gli autisti finiti in ospedale, il più grave è stato sfregiato al volto con il collo di una bottiglia. Finora sono cinque i denunciati.Intanto procedono le inchieste sulla gestione dell'Amia che nel 2008 ha maturato un debito di 180 milioni di euro. La Guardia di Finanza ha notificato alla società comunale un verbale di quasi 13 milioni relativo a imposte e contributi mai versati.Non va meglio nei comuni della provincia perché la crisi finanziaria del Coinres, il consorzio che si occupa del servizio di raccolta dei rifiuti, ha creato un'emergenza che si trascina ormai da mesi.