domenica 31 ottobre 2010

SFIDUCIATO IL SINDACO CALANDUCCI. REALIZZATO IL PROGETTO FAGONIANO?

Ieri, 30 novembre 2010, è stata votata da 15 consiglieri comunali la sfiducia al sindaco di Palagonia avv. Francesco Calanducci.

Tra  quelli che hanno votato l'atto che pone fine al mandato di Calanducci, 10 sono componenti della maggioranza che lo aveva eletto, e fra questi  3 facevano parte dello stesso partito dell'ex primo cittadino: Malgioglio, Fazzino e l'ultimo arrivato ing.Astuti.

 L'atto provoca un vero terremoto politico, infatti, 3 consiglieri del MPA e 4 dell'UDC sono stati espulsi dai rispettivi partiti.

Se dovesse essere confermata dagli organi competenti la regolarità del procedimento, (ci sono in tal senso opinioni discordanti), la città verrà amministrata, fino alla prossima tornata elettorale, da un commissario nominato dalla regione Sicilia.

               TUTTO CIO' REALIZZA L'ORIGINARIO PROGETTO FAGONIANO?

La candidatura di Calanducci, e comunque di ogni altro rispettabile cittadino palagonese, doveva essere lo specchietto per le allodole che, volendo contribuire al ricambio politico, non pensavano di votare nè con la destra nè con la sinistra.

L'ex sindaco Fagone, assicuratasi l'elezione al consiglio regionale, aveva bisogno di qualcuno a cui addossare la responsabilità di risanare i conti comunali, che egli e il padre avevano gravemente dissestato lasciando in eredità molti milioni di euro di debiti.

Ciò doveva avvenire con un sindaco di personale riferimento che in silenzio continuasse la sua dissennata azione amministrativa  elargendo prebende e coprendo le precedenti nefandezze.

L'avv. Calanducci resosi conto  di tutto ciò, nonchè della gravità degli atti compiuti dal suo predecessore, ritenne, giustamente, di prendere le distanze da quel progetto.

 Ma il consiglio comunale ha dimostrato di essere strumento inutile nelle mani della FAMIGLIA FAGONE: niente moralizzazione, niente programma politico, nessuna attività per risolvere i problemi delle famiglie, dei giovani, del lavoro e del decoro urbano, nessuna etica e nessuna appartenenza politica.

I consiglieri comunali non rispondono al popolo ma al PADRONE consentendo allo stesso di raggiungere i suoi obiettivi: PALAGONIA SENZA DEMOCRAZIA E SENZA SVILUPPO.

martedì 26 ottobre 2010

TRUFFA, ARRESTATO CONSIGLIERE REGIONALE PDL.

Rifiuti a Minturno, Romolo Del Balzo è accusato per una vicenda legata allo smaltimento

di MASSIMO LUGLI  "La Repubblica -ROMA"



Quando i Baschi Verdi gli hanno mostrato l'ordinanza di custodia in carcere è sbiancato ed è stato colto da un malore. Uno shock inaspettato per Romolo Del Balzo, 55 anni, consigliere regionale del Pdl, travolto, assieme ad altre sei persone, dall'indagine sullo smaltimento dei rifiuti di Minturno, un paese in provincia di Latina finito nel mirino della procura per una storia di immondizia accumulata alla rinfusa, mezzi non funzionanti, carenze amministrative. Accusato di truffa ai danni del comune, Del Balzo (che all'epoca dei fatti era presidente del consiglio comunale e attualmente presiede la commissione Lavori pubblici della Pisana) è finito in ospedale in attesa del trasferimento in carcere. L'esponente del Pdl è scampato, comunque, all'imputazione più grave che si è abbattuta sugli altri indagati: quella di associazione per delinquere.



Un arresto che ha scatenato un prevedibile terremoto politico e molte, tiepide, attestazioni di solidarietà. "Nell'indagine che lo vede indagato l'onorevole auspica celerità per chiarire la sua posizione, rimanendo fiducioso nel lavoro della magistratura" è il commento del consigliere pidiellino tramite una nota del suo ufficio stampa. In manette sono finiti anche un impiegato del comune, Michele Camerata, il dirigente del servizio ambiente, Giuseppe Papa, due dipendenti della Ego Eco, la società che gestisce la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti nel centro del sud Pontino, Liberato De Simone e Gerardo Ruggeri e due amministratrici della stessa impresa, Augusta Ciummo e Anna Romano.



Le ordinanze di custodia sono state richieste dal Pm della procura di Latina Giuseppe Miliano e firmate dal Gip Costantino de Robbio. I militari della finanza di Formia hanno messo sotto sequestro tre società che operano nel campo dello smaltimento dei rifiuti oltre a immobili e conti correnti per un valore complessivo di 15 milioni.

L'inchiesta, scattata nell'agosto 2008, aveva già fatto due vittime: un funzionario del comune di Minturno e un imprenditore di Cassino. La procura aveva individuato e sequestrato due aree adibite a stoccaggio e smaltimento di rifiuti industriali per una superficie complessiva di 30 mila metri quadrati e scarti per un totale di 84 tonnellate. L'accusa, nei confronti del consigliere regionale è di aver favorito la Ego Eco approfittando della sua posizione di presidente del consiglio comunale.



Nell'ordinanza di custodia del Gip vengono elencati, puntigliosamente, i disservizi che dimostrano come la società abbia approfittato delle protezioni politiche: contributi previdenziali del dipendenti non pagati, nessuna raccolta differenziata, automezzi privati usati per il servizio e che cadevano a pezzi e addirittura senza assicurazione, un gioco di scatole cinesi da un appalto all'altro. Altre sorprese dovrebbero arrivare in futuro e, forse, anche altri arresti eccellenti.

venerdì 22 ottobre 2010

BERLUSCONI E GLI IMBECILLI.

Il Cavaliere e gli imbecilli - art.di MARCO BRACCONI.
Nella intervista alla Faz Silvio Berlusconi svela un retroscena che ai più, in queste settimane, era sfuggito: “Il Lodo Alfano? Io non l’ho mai chiesto”.

Davanti a questa frase una parte consistente degli italiani – e credo perfino dei lettori tedeschi – avrà l’impulso immediato di sbellicarsi dalle risa. E invece c’è poco da ridere. Perché la frase del Cavaliere, dietro la sua palese assurdità, dimostra tre cose.

Primo: Silvio Berlusconi, capo del governo italiano, considera i suoi concittadini degli imbecilli.

Secondo: tanti dei suddetti concittadini continuano a farsi trattare da imbecilli senza fiatare.

Terzo: tutti quelli che invece trasecolano per l’assurdità proferita dal premier penseranno una volta di più che i milioni che lo votano sono imbecilli.
E questo non solo fa malissimo all’Italia, ma non è neanche vero.

lunedì 18 ottobre 2010

PREPARIAMO GIORNI MIGLIORI PER LA NOSTRA CITTA'.

                                                  RIMBOCCHIAMOCI LE MANICHE

Dopo QUINDICI LUNGHI ANNI di politiche monopolizzate dalla famiglia Fagone e destinate ad affossare socialmente, culturalmente ed economicamente la città

dopo QUINDICI LUNGHI ANNI di inciuci amministrativi ( Fagone padre – LISTE CIVICHE , Fagone padre FORZA ITALIA , Fagone figlio UDC – FORZA ITALIA – AN ; Calanducci MPA, UDC , LISTE CIVICHE ) destinati a sciogliere qualsiasi desiderio di democrazia partecipata e di onesta e corretta gestione della VITA PUBBLICA;

dopo LUNGHI MESI di tentativo confuso e vano del Sindaco Calanducci di riportare alla “LEGALITA’ la gestione Amministrativa ;

                                                 DOPO TUTTO QUESTO
RESTANO SOLO DISAGIO , SFIDUCIA , CRISI ECONOMICA E SOCIALE
FACILMENTE VACILLA LA SPERANZA DI POTER CONTRIBUIRE A CAMBIARE IL CORSO STORICO DEL DEGRADO IMPERANTE.

MA LA DEMOCRAZIA E’ UN BENE CHE NON PUO’ ESSERE CEDUTO , E’ UN BENE CHE PUO’ PRODURRE RICCHEZZA PER TUTTI , SVILUPPO SOCIALE ED ECONOMICO

ANCORA UNA VOLTA INVITIAMO I GIOVANI, LE DONNE , LE FORZE PRODUTTIVE E DEL LAVORO , GLI STUDENTI E GLI INSEGNANTI , GLI ANZIANI , TUTTE LE PERSONE ONESTE CHE CREDONO NELLA DIGNITA’ DELLA PERSONA ,  A RIMBOCCARSI LE MANICHE , A PARTECIPARE LA POLITICA INSIEME AL NOSTRO PARTITO , A PREPARARE GIORNI MIGLIORI PER NOI E PER I NOSTRI FIGLI.

                                                        VI ASPETTIAMO
OGNI SABATO SERA ALLE ORE 18,30 PRESSO LA NOSTRA SEDE , IN PIAZZA GARIBALDI.

PD E’ IL PARTITO DI TUTTI I DEMOCRATICI, DI TUTTI I RIFORMISTI , DI TUTTI I PROGRESSISTI, DI TUTTI I LAVORATORI E LE LAVORATRICI , DI TUTI COLORO CHE ASPIRANO AD UN LAVORO DIGNITOSO.



COLLEGATI AL NOSTRO SITO : www.pdpalagonia.it

giovedì 14 ottobre 2010

SEQUESTRO DI BENI A DEPUTATO REGIONALE ELETTO CON LA PDL ED ORA PASSATO CON IL PARTITO "FORZA SUD" di MICCHICHE.'

"Deputato regionale e prestanome dei boss"

Sequestro di beni a Mineo, delfino di Miccichè

Franco Mineo incastrato da una microspia mentre divide gli affitti di alcuni immobili con il cassiere del clan dell'Acquasanta. E dice: "Solo, solo che partner che c'hai...". Eletto nel Pdl, il deputato è vicecapogruppo all'Assemblea regionale siciliana di "Forza del Sud" il nuovo movimento berlusconiano fondato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio

di SALVO PALAZZOLO


Lo storico clan del rione Acquasanta avrebbe potuto contare su un insospettabile prestanome per gestire le proprie ricchezze: Franco Mineo, deputato regionale eletto nella lista del Popolo delle libertà, uno dei grandi sostenitori del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianfranco Miccichè. Questa mattina, gli agenti del centro operativo Dia di Palermo gli hanno notificato un decreto di sequestro per tre immobili, firmato dal gip Piergiorgio Morosini su richiesta del procuratore aggiunto Antonio Ingroia e dei sostituti Pierangelo Padova e Dario Scaletta. Mineo è indagato per trasferimento faudolento di valori, con l'aggravante di aver favorito l'organizzazione Cosa nostra. Stamattina è scattata la perquisizione nell'abitazione del deputato e nel suo ufficio dell'Assemblea regionale a Palazzo dei Normanni.



A metterlo nei guai sono state le intercettazioni disposte dalla Direzione distrettuale antimafia: una cimice, piazzata nell'agenzia di assicurazione gestita dal deputato, avrebbe registrato più di un dialogo imbarazzante. Periodicamente, Mineo divideva gli affitti dei tre immobili con Angelo Galatolo, ufficialmente solo un usciere dell'azienda sanitaria 6 di Palermo, in realtà ritenuto dagli inquirenti il cassiere del clan dell'Acquasanta.



"Mineo e Galatolo erano in società occulta", questa l'accusa contenuta nel decreto di sequestro preventivo. "Solo, solo che partner che c'hai - dice il deputato regionale all'esponente mafioso, non sospettando affatto di essere intercettato - guarda, un assegno di 3450 euro...". Angelo, figlio del boss Gaetano Galatolo, era stato arrestato alcuni anni fa, per estorsione: le dichiarazioni dei pentiti lo chiamavano in causa come il volto pulito del clan. Ma poi fu assolto. Nel 2002, gli furono trovati a casa due lingotti d'oro, 32 mila euro in contanti e 81 mila euro di assegni: davvero troppo per un usciere. E così, gli furono sequestrati i beni.



Adesso, l'indagine della Dia chiama in causa Franco Mineo, che da qualche giorno è al centro del dibattito politico per la nascita di "Forza del Sud". Mineo è vicecapogruppo all'Assemblea regionale siciliana della nuova formazione filo berlusconiana cerata da Gianfranco Miccichè.



Il nome del deputato regionale oggi indagato era già emerso nei mesi scorsi per alcuni strani contatti con un mafioso in particolare dell'Acquasanta, Gaetano Scotto, l'uomo al centro dei misteri nella strage Borsellino. Nel 1992, Mineo e Scotto si sentivano spesso al telefono, così accertò l'allora consulente della Procura di Caltanissetta, Gioacchino Genchi. Ma cosa avevano da dirsi? Nel maggio scorso, Repubblica lo chiese a Mineo. La sua risposta fu netta: "All'epoca, Scotto non aveva alcuna pendenza giudiziaria e io da 28 anni sono assicuratore. Nel mio quartiere tutti si rivolgono a me per una polizza. Anche Scotto l'ha fatto. Non c'è alcun mistero".



Forse, pure Angelo Galatolo sarà stato uno dei clienti del deputato-assicuratore Franco Mineo. Questa volta, però, non ci sono soltanto i tabulati telefonici ad accusare il politico del Pdl. Ma le sue stesse parole. La cimice della Dia ha registrato persino i pesanti giudizi di Mineo su un collaboratore di giustizia, Angelo Fontana, l'unico del clan Galatolo ad essersi pentito: "I Fontana con voi non hanno niente a che fare - diceva il deputato ad Angelo Galatolo - non hanno la storia tua". Storia di mafia antica. All'Acquasanta, i Galatolo sono diventati ricchi e potenti imponendo il ricatto all'interno dei Cantieri navali.

lunedì 11 ottobre 2010

FALSI "BIOLOGICI" IN SICILIA.

Falsi limoni biologici argentini, sequestro a Siracusa



SIRACUSA. Provenivano dall'Argentina ma erano destinati a finire sul mercato dei prodotti di agricoltura biologica pur non avendone i necessari requisiti quanto a modalità di coltivazione e di successiva "lavorazione". Per questo motivo i carabinieri di Siracusa, assieme al Nas di Ragusa, hanno fatto scattare il sequestro di oltre 150 tonnellate di limoni che si trovavano già nelle linee di lavorazione di un'azienda agrumicola di Cassibile, che sono state fermate. Sigilli anche per i maxi contenitori refrigerati dove erano custoditi gli agrumi. Due le persone denunciate in stato di libertà all'autorità giudiziaria: si tratta dei titolari dell'azienda nella quale sono stati trovati i "falsi" limoni biologici che hanno un valore di mercato di circa 300 mila euro. Quando i carabinieri sono entrati nello stabilmento, da un varco secondario, hanno trovato le linee in piena produzione e gli operai al lavoro: secondo quanto accertato dagli investigatori, i limoni argentini venivano privati di ogni etichetta e marchio identificativo circa la loro reale provenienza ed il tipo di lavorazione, venivano quindi "lavati" e immessi sul mercato dell'agricoltura biologica.

venerdì 1 ottobre 2010

GRAZIE ALLE FIRME DI DUE CONSIGLIERI DEL MOVIMENTO PER L'AUTONOMIA, STESSO PARTITO DEL PRIMO CITTADINO, PRESENTATA LA MOZIONE DI SFIDUCIA AL SINDACO CALANDUCCI.

PRESENTATA LA MOZIONE DI SFIDUCIA AL SINDACO CALANDUCCI


Venerdì 01 Ottobre 2010 10:22

E’ stata presentata questa mattina, al protocollo generale del Comune, la mozione di sfiducia al sindaco Francesco Calanducci.

I firmatari della mozione sono tredici consiglieri comunali: Bernardo Vaccaro, Francesco Curcuruto, Carmelo Liggieri, Febronio Calcagno, Raffaele Benincasa, Giovanni Campisi, Maurizio Garibaldi, Fabrizio Brancato, Raffaele Malgioglio, Francesco Fazzino, Gaetano Costanzo, Maurizio Toro, Giuseppe Astuti.

Dopo la bocciatura del documento per la salvaguardia degli equilibri di bilancio per l’esercizio 2010 arriva da parte degli stessi consiglieri la mozione di sfiducia a dimostrazione della frattura aperta all’interno della compagine che fin qui ha sostenuto il primo cittadino.

Nella motivazione i tredici accusano il sindaco Calanducci di “non aver rispettato il programma elettorale”, puntando l’indice contro “stato di abbandono in cui versa il comune”, frutto di “un’attività politico amministrativa pesantemente ingessata”.

Ora la parola passa al consiglio comunale che sarà convocato non prima di dieci giorni e non oltre i trenta dalla presentazione della mozione.

Per sfiduciare il sindaco dovrà essere votata per appello nominale da tredici consiglieri che sono il 65% di quelli assegnati, ai sensi dell’art. 2 comma 1 L.R. n. 25 del 16/12/2000

Per la fine naturale della legislatura manca poco più di due anni e mezzo ma, a questo punto, sembra profilarsi una conclusione anticipata.







Salvo Reitano (Responsabile Ufficio Stampa)

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